martedì 1 gennaio 2008


ZERO


Soliloquio
(estratto dalla sceneggiatura)

Galleggio fra le cifre che la scienza mi offre
Della scienza che avanza più della coscienza
Sono immerso nella matrice della nuova vita

Ti sto cercando fra i pezzi di un puzzle infinito
Partendo da dove ho perso tutto
Dove è iniziato tutto
Ripartendo da zero

………………………………

È un ottobre di foglie e vento, fuori e dentro di me
Almeno tre mesi dalla partenza della mia famiglia
Almeno sei mesi dal grande esodo verso lo spazio
La stazione madre 1
La nuova casa dell’umanità

Sono rimasto solo
Chiuso in cantina come un topo
Mentre la nave attraversava la burrasca
Solo, come sempre

il cuore freddo e vuoto

Solo
Più nulla conta

…………………………………………

I giorni passano sotto la luce pallida del monitor
La rete, L’unico posto
Dove posso ancora fingere, esistere, almeno in parte.


Schifo

Il mondo è uno schifo
Sono tutti andati via
Tutti ad afferrare stelle
Un giorno finirà.

Un giorno fra la moltitudine di bit sotto un cielo nero silicio
Come quando incontrai prophet
il maestro
il cavaliere verde
che mi condusse a zero
che mi cambiò la vita per sempre
non esiste sistema più veloce al mondo per connettersi alla rete
Connessione per via neurale, una vera e propria proiezione dell’anima nel cyberspazio a volo d’angelo


Con il soffio di prophet a tenermi alto
E Come un angelo, volare

Il mondo è vuoto e suona la sua disfatta
I mesi passano veloci e zero cresce
E con lui le mie capacità meccaniche ed informatiche
Prophet è il miglior maestro che si possa avere
Mistico guerriero in sella a flussi di elettrica sapienza
Ormai la mia esistenza dipende da questo
Prophet è la mia unica guida in questo caos
Ormai gli devo tutto
E lui lo sa

La mia anima smarrita nella nebbia
Sogno di cane
La fanfara del circo
Tutti ridono tranne me
Il cartello dice
”prendi la mia mano e andiamo in paradiso”
la mia anima svanisce nella nebbia
da qui si vede solo l’inferno

Poi un giorno torna felix
Il mio miglior amico, il mio peggior nemico
Fin dai tempi della scuola.
Ritorna dalla città
Dove sono accartocciati i resti dell’umanità
Gli scarti che non possono salire
Lo scarico a terra
Felix è tornato
Con un carico di euforia e droghe
con Il suo solito sorriso assassino
Quello di chi sta cavalcando l’onda più grossa
E non ha nessun intenzione di fermarsi

Quella sera festeggiamo le miserie del mondo
Brindiamo alla merda che galleggia nello spazio
E agli affari di felix
“Nulla per nulla”
Il suo motto di sempre

Sono di nuovo solo
Felix è andato via
Lasciando solo postumi
Dice che tornerà per chiedermi un favore
Sono sicuro che lo farà
Prophet mi ha detto che lo stanno cercando per farlo fuori
Non è una novità
Felix danza sulle rovine del mondo
Come un clown impazzito e avido, Ha colto la sua occasione da iena
Ma forse prophet sà anche questo

Passano sei mesi e zero sta per essere completato.
Prophet è orgoglioso di me
Dice che oramai mi manca solo la volontà per l’ultimo passo
Connettermi…..

La solitudine mi logora
Non parlo con qualcuno da troppo tempo
Non sento più nessuna emozione
Eccetto il disgusto e la solitudine
Che mangia ogni speranza
Il capitano ha abbandonato la nave
Mentre io rimango qui
A guardare le vele stracciate dal vento
Oggi è il mio compleanno
Tanti auguri

postumi da solitudine
il buoi che incrosta i miei occhi
La porta si apre
Felix è tornato,
ma non è solo.

Gli occhi mi fanno male
Sono al buio da secoli
Felix Vuole chiedermi un favore
Una cosa per lui semplice
Ma io non sono pronto
Non potrei mai esserlo.

Cosi nell’indifferenza generale, la mia vita sta per cambiare.

Come il sole che si fa largo fra le spente nubi, mi appare lei.
Bella come un virtuosismo della natura
Un brivido eterno
Che non mi avrebbe mai più abbandonato

Luce, si chiama luce
Ed i miei occhi si aprono per catturarla tutta, fino all’ultima goccia.
Anche se fa male.

Felix mi chiede di ospitarla per un po’
Una situazione pesante
Sono la loro unica possibilità
Mi lascia dei soldi
parecchi soldi
E delle medicine costose
Dice che è tutto a posto

faccio finta di crederci
non dico nulla
Lei non dice nulla
Tossisce e si nasconde nel cappotto

Inizia così, nel silenzio la nostra storia
E di silenzi si ciberà fino alla fine

Luce è una ragazza timida e dolce
Cresciuta in una famiglia di gente importante.
Cresciuta in una bolla di vetro
Che la resa gracile Al mondo di sotto

Felix gli fa credere
Che si sta ribellando al padre per seguire le sue idee rivoluzionarie.
Viva la terra, abbasso lo spazio
Che iena
Avrà gia incassato il riscatto

Povera luce
Vorresti salvare il mondo
Ma tremi come fossi carta
Piccola e dolce luce
Anche un cieco noterebbe il tuo splendore.
Anche un topo come me potrebbe amarti

Sono pietrificato
Lavoro a zero con foga
ma la mia testa è altrove
Anche se non la vedo posso sentire il suo sguardo su di me
I suoi occhi cosi pieni di amarezza e speranza
Lieve come la carezza che gli scosta i capelli.
Come un respiro
che da ritmo a i miei pensieri
Luce che rischiari il buio
“illumina”

Sono passate due settimane
Continuo il mio lavoro
Fra errori e ripensamenti
Prophet è in collera con me
Mi sto allontanando dal risultato che si aspettava
Ho la testa altrove, non riesco a concentrarmi.
Non faccio che pensare a lei
Come se non esistesse altro oramai
Alla felicità ad un palmo di mano
Che non riesco ad afferrare

non mi muovo
Fa freddo qui dentro
vorrei scaldarti
Ma sarei incapace anche se fossi di fuoco
Resto fermo per un eternità
A guardare tutte le mie occasioni sfumare

Serata di tuoni e fulmini fuori e dentro di me
La pioggia flagella il tetto della cantina
Ed il guscio che mi blinda il cuore
Prophet è sparito
Fa freddo e fuori sembra l’inferno
Luce si stringe appoggiandosi a me
Sento la sua mano sfiorarmi il braccio
Il mio cuore urla piu dei tuoni
Il guscio si incrina
Sto per svenire
Non mi sono mai sentito cosi indifeso
Non ho mai avuto paura di perdere qualcosa come in questo istante

No, Non muoverti luce
Resta accanto a me.

Ridiamo di un mondo che ci ha sempre ignorato
Senza donargli nessun ricordo
Lasciando dietro noi solo la parola fine

Oggi luce ha la febbre alta
mi occupo di lei come fosse di cristallo
le medicine non bastano più
Piccolo uccellino fragile dalle piume bagnate
Tremo con te
Ma non per il freddo
Lei mi sorride
Io guardo le sue splendide spalle bianche
i suoi occhi che sembrano chiedermi di portarla via…lontano
Andiamo via insieme gli dico io
Insieme risponde lei.
Mi prende la mano
Come farebbe una musica
Quella notte sogno
Scopro di avere ancora desideri


Amo il cielo e vederti brillare
amo il silenzio che ti lascia dormire

Nei tuoi capelli di grano e nel tuo sorriso,
Senza avere altro………sognare
Lo sai…..lo sai che ti amo.
……………………………………..

Poi Tutto finisce

La mia piccola luce si spegne
Fara le mie mani incapaci
Uccisa dalla polmonite

Nel silenzio di questo delirante racconto
Portata via da un soffio appena più fresco
Appena piu forte

Da una goccia che ha urtato
Le sue piccole ali da fata

Fragile luce che sfumi fra le mie mani
Dimmi che ti mancherò
Dimmi che mi ami
Ora sono di nuovo solo
Piego le dita nel tentativo di afferrarti
Incapace di tenerti vicino a me

Non posso credere al dolore che si puo provare
A come si possono sbriciolare le pareti dell’anima
Ed al frastuono che si avverte

Questo è l’amore
Nessuno ha mai detto
Che sarebbe stato facile
Urlo
Urlo dentro e fuori di me
Ancora più forte perché nessuno può sentire

D’accordo prophet
Adesso sono pronto
Posso fare l’ultimo passo
Nulla piu mi trattiene

Ora non sono
E se sono, sono zero


……………………………

Mi ritrovo in questo buio sconfinato
Cercando di ricomporre i pezzi della nostra storia
I Frammenti d’ottobre soffiati via dalla pioggia
Sparsi nella rete
Come coriandoli di una festa ormai finita

La fanfara non suona
Nel prato solo cartacce e bottiglie vuote
La compagnia se n’è andata

Sento il mio corpo morire
Lontano
Chissà dove
Ma che importa
Tutto si fa calmo
Io rimango fermo a guardarti
Sulla riva di questa eternità
Il tuo angelico viso
Che solo amore e luce ha per confine

Cosi mi spengo
Mi lascio affondare
Affondare

La luce è poca
Tu non ci sei
Io non sono.

venerdì 14 dicembre 2007

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